Nuovi materiali antiabrasivi per i droni che monitorano i nostri vulcani

Il sempre più frequente verificarsi di eventi naturali estremi crea crescenti criticità per innumerevoli aspetti dell’attività umana. Tra gli altri, il settore aeronautico è costretto ad adeguare mezzi e servizi alle condizioni metereologiche, soprattutto per quel che riguarda le eruzioni vulcaniche. Ne è un chiaro esempio l’Etna, che ad ogni eruzione blocca la viabilità aerea dell’Aeroporto Fontanarossa di Catania. In questo senso, una modellistica ambientale sempre più efficiente può aiutare a ridurre i disagi e limitare le chiusure degli spazi aerei a solo quelle aree effettivamente coinvolte. L’efficacia della modellistica è legata negli ultimi anni all’uso dei droni, che possono fornire un enorme quantità di dati puntuali, ma che spesso possono essere danneggiati dagli stessi eventi che sono chiamati a monitorare: si pensi ad esempio all’effetto catastrofico che possono avere le ceneri vulcaniche calde. Il progetto Aeromat, finanziato dal bando PON Ricerca e Innovazione 2014 – 2020 e FSC, a cui Proplast partecipa attivamente, si è posto l’obiettivo di sviluppare soluzioni tecnologiche innovative nel campo della modellistica ambientale e nello sviluppo di nuovi materiali che possano migliorare le prestazioni dei dispositivi operanti in ambienti vulcanici attivi.
All’interno del progetto, Proplast ha avuto il compito di mettere a punto sistemi polimerici a base resina epossidica con migliorata resistenza all’abrasione dalle ceneri vulcaniche. L’ossido di titanio e la cloisite, una montmorillonite modificata per migliorarne la compatibilità con i polimeri, sono stati i due additivi selezionati per le miscele. I materiali sono stati testati con un sistema di abrasione a tre corpi che simula le ceneri vulcaniche con della sabbia di corindone. I campioni sono stati monitorati attraverso la perdita in perso e tramite analisi ottica superficiale, dalle quali sono emerse le migliorate prestazioni delle miscele con gli additivi antiabrasivi.
La formulazione ritenuta migliore è stata quella con resina epossidica additivata con l’1% di cloisite. Questa miscela potrebbe essere selezionata sia come coating antiabrasivo, sia come agente impregnante per la realizzazione di pannelli a base fibra di carbonio, che potrebbero sostituire alcuni componenti strutturali di una nuova generazione di droni.

Irene Kociolek

 

Proplast ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria per il suo contributo